Salvioni

NOTE ARCHIVISTICHE

La raccolta delle vedute del pittore Saverio Salvioni relative a Carrara e alle cave di marmo disegnate, tra il 1810 e il 1813, fanno parte del patrimonio dell'Archivio di Stato di Massa dal 1901. Furono acquistate per conto del Ministero dell'Interno da Giovanni Sforza, fondatore e primo direttore dell'istituto archivistico apuano, dall'ing. Giorgio Salvioni per il prezzo di Lire 100. Originariamente erano venti, ma nel secolo scorso ne furono trafugate due, esposte nel percorso di una mostra documentaria, che raffiguravano rispettivamente la lizzatura e la festa della Madonna della Pietà a Bedizzano. Restaurate, negli anni novanta, rappresentano gli scenari tipici dell'escavazione del marmo nelle Alpi Apuane e di tutte quelle operazioni che ne caratterizzavano le varie fasi, dall'estrazione dei blocchi, alla segagione e al loro trasporto a valle. Realizzate su carta a china acquerellata, fatta eccezione per una, le vedite risultano di impareggiabile bellezza, dalla quale il Salvioni era rimasto affascinato sin dal periodo di permanenza a Pisa, dovendo collaborare con il padre nelle sue disgraziate speculazioni agronomiche, come scriveva lo Sforza nel saggio relativo ai suoi disegni. Infatti aveva visitato le cave di marmo di Carrara, intorno al 1810, con la certezza di cogliere "dei colpi d'occhio tutti nuovi ed imponenti" descrivendo così quella visita:

"Restai di fatto attonito di questa bella scena, e concepii subito l'idea di raccoglierne le vedute; idea che in seguito si estese fino al punto di darla alla luce col mezzo dell'incisione; tanto più che considerava non esserci opera che dasse un'idea chiara di questa escavazione di marmi, né dei monti ove questi si levano. Vedendo dunque che la cosa andava a rendersi interessante, non solo per i viaggiatori curiosi, ma anche per i naturalisti, non tardai a portarmi sul luogo e, prendendo abitazione in Torano, eseguii in pochi giorni diverse vedute di quella vallata; le quali, per renderle sempre più interessanti, curiose e veridiche, ornai di figure, con le quali espressi tutte le operazioni meccaniche che usano i Carraresi nello scavo, nel trasporto e nel lavoro di questa bella pietra."

Ma i problemi domestici gli imposero di soprassedere rendendolo inoperoso per molto tempo, facendogli dimenticare l'arte ed in particolare le vedute. Ma l'incontro fortuito col Denon, pittore di storia e di paesaggi egiziani, di passaggio a Massa, che mostrò grande interesse per gli abbozzi delle vedute, conservati dal Salvioni, nei quali aveva individuato quella verità che in altre non aveva trovata, lo spinse a completarle. Ritornato tra le montagne, per fornire un'idea il più chiara possibile, non esitò a raggiungere le vette più alte ed impervie, tra cui il Monte Sacro, e per poter dipingere a volo d'uccello, adattandosi a pernottare in una capanna di pastori, nutrendosi di latte, di ricotte e di formaggio, di prugnoli freschi, di pernici e beandosi, mentre lavorava, del volo delle aquile e degli avvoltoi.

Ritenute dal Brignoli de Brunnhoff di sorprendente bellezza, al contrario lo Sforza non considerava il Salvioni né un pittore né un disegnatore ma gli attribuiva il merito della verità con cui erano state create e dell'importanza unicamente storica che ricoprivano, motivi che lo avevano indotto all'acquisto come in effetti si era verificato.

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